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Riduzione del canone di locazione: tutto quello che si deve sapere

13/05/2019 Autore: casagency immobiliare

Riduzione del canone di locazione: tutto quello che si deve sapere

 

Non tutti sanno che inquilino e proprietario possono accordarsi per ridurre i futuri canoni di locazione mensili. Inatti, in caso di affitto di un appartamento può  capitare che l’inquilino, per diverse ragioni, non riesca più a pagare l’intero canone di locazione. 

Se, dal punto di vista legale, il canone d’affitto non può mai essere aumentato fino alla scadenza del contratto, al contrario può, invece, essere diminuito.  L’accordo di riduzione è semplicemente un documento che modifica un contratto di locazione già esistente, in particolare la clausola contrattuale riguardante il canone annuo. Quindi, è possibile usarlo per modificare qualsiasi tipo di contratto di locazione, quale il contratto di locazione ad uso abitativo, il contratto di locazione ad uso commerciale e quello con opzione di cedolare secca.

Non è obbligatorio registrare questa variazione all’Agenzia delle Entrate, presso la quale dev’essere invece depositato il contratto iniziale. La legge non prevede nessun obbligo di registrare l’accordo di riduzione del canone di locazione, se l’accordo è stato stipulato in forma di scrittura privata non autenticata. A confermarlo la sentenza n. 5576, Sezione III, del 9 aprile 2003 della Corte di Cassazione secondo la quale  l’accordo di riduzione del canone di locazione non è un nuovo contratto, ma costituisce una modifica ad un contratto già esistente. Inoltre il Testo Unico delle disposizioni concernenti l’imposta di registro stabilisce che l’obbligo di registrazione sussiste solo per i nuovi contratti, le cessioni, le risoluzioni, e le proroghe dei contratti già registrati. Tuttavia registrare il patto di riduzione del canone di affitto conviene al proprietario di casa: così facendo pagherà meno tasse sulla locazione (eccezione il regime di cedolare secca) e si metterà al riparo da eventuali accertamenti fiscali.

Infatti se non si registra l’accordo, l’Agenzia delle Entrate continuerà a fare riferimento al canone annuo percepito prima della riduzione del canone di locazione. Registrando l’accordo invece, la base imponibile IRPEF diminuirà, poiché di fatto si percepisce un canone di locazione minore. In linguaggio tecnico, l’accordo è una novazione contrattuale ossia una modifica di un contratto esistente, quindi è sufficiente stipularlo mediante una scrittura privata. Per quanto riguarda la durata, la legge non stabilisce tempi minimi e massimi per la riduzione del canone di locazione. La decisione sui tempi dipende dall’accordo raggiunto con l' inquilino. In linea di principio si può ridurre il canone di locazione per un periodo limitato o fino alla scadenza del contratto originale

Nel primo caso, terminato il periodo di riduzione del canone,  si dovrà stipulare un nuovo

Il costo della registrazione, per chi volesse mettersi in regola, è stato comunicato dalla stessa Agenzia delle Entrate: 67 euro più l’imposta di bollo di 16 euro per ogni foglio del patto di riduzione del canone. Se però il proprietario decide, legittimamente, di non affrontare questa procedura sorge un problema per l’inquilino: come dimostrare l’accordo verbale di riduzione dell’affitto? L’opzione più logica è quella di far firmare alla controparte un documento scritto in cui si esplicita la diminuzione del canone di locazione. Oppure, per dormire sonni ancora più tranquilli, l’inquilino può decidere di registrare lui stesso il nuovo accordo presso l’Agenzia delle Entrate prendendosi in carico le relative spese.

 

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